Si sono aggiudicati il Premio nazionale di cultura Monte Caio 2024:
- per la sezione saggistica Andrea Zannini, Controstoria dell’alpinismo (Laterza);
- per la sezione narrativa Franco Faggiani, L’inventario delle nuvole (Fazi Editore);
- per il riconoscimento speciale “Fuori sentiero” Andrea Lanfri con Salvatore Vitellino, Over. Il mio Everest e altre montagne (Solferino Editore).
I vincitori sono stati premiati nella mattinata di sabato 12 ottobre nella sala convegni della Rocca Sanvitale di Sala Baganza dove si è tenuta la cerimonia conclusiva della sesta edizione del Premio nazionale di cultura Monte Caio, dedicata quest’anno a Fabio Fabbri, personalità di spicco della politica parmigiana e nazionale recentemente scomparsa, che ideò il Premio.
Una mattinata all’insegna della cultura
La mattinata si è aperta con i saluti di Aldo Spina, sindaco di Sala Baganza; di Bernardo Borri presidente della Fondazione Andrea Borri e con un breve saluto di Nello Fabbri in ricordo del padre.
Katia Golini, giornalista della Gazzetta di Parma, dopo aver introdotto la storia e le caratteristiche del Premio, ha letto le motivazioni che hanno indotto la Giuria a decretare i vincitori; Marianna Cavalli, segretario generale della Fondazione, ha quindi consegnato loro le targhe a ricordo dell’evento.
La presentazione dei libri vincitori
I membri della Giuria (Giorgio Vecchio, storico; Mauro Umberto Lucco, storico dell’arte e Andrea Greci, CAI Parma) in dialogo con gli autori hanno messo in luce gli aspetti significativi dei singoli volumi. Il saggio di storia Andrea Zannini restituisce agli abitanti delle montagne il ruolo avuto nella conquista delle vette fin dal Cinquecento. Il romanzo di formazione di Franco Faggiani contribuisce alla ricostruzione di un preciso contesto storico e sociale in val Maira. Infine, Andrea Lanfri, atleta paralimpico che sfida la vetta dell’Everest dopo una grave malattia, testimonia, nel libro autobiografico, la sua straordinaria esperienza di vita e di coraggio.
Ha chiuso la mattinata Caterina Siliprandi, vicepresidente della Fondazione Andrea Borri e presidente della giuria del Premio, che, ringraziando, ha ricordato come il segreto della riuscita del Premio sia nel dialogo tra le persone e tra le istituzioni: un metodo di lavoro che è lascito di Andrea Borri.
La mostra
Lungo le pareti della sala, in cui si è tenuta la premiazione, erano esposti le opere grafiche degli allievi del Liceo artistico statale “Paolo Toschi” di Parma che hanno elaborato, nel quadro del loro percorso formativo, con la guida del professor Paolo Gozzi, le proposte per la locandina del Premio. Bernardo Borri nel saluto introduttivo ha sottolineato con forza l’importanza del rapporto con la scuola e l’attenzione ai giovani «secondo la lezione di Andrea Borri».
La mattinata si è chiusa con la visita all’appartamento settecentesco della Rocca in corso di restauro.