Continuiamo la presentazione di autori e opere finalisti dell’edizione 2022 del Premio Monte Caio, verso la scelta dell’opera vincitrice che sarà annunciata sabato 22 ottobre a Calestano.

Proseguendo in ordine di arrivo delle candidature introduciamo così Paolo Malaguti, autore di “Il moro della cima”, edizioni Einaudi 2022, in corsa per la premiazione.

Paolo Malaguti è nato a Monselice (Padova) nel 1978. Docente di Lettere, è autore di Sul Grappa dopo la vittoria (Santi Quaranta 2009), Sillabario veneto (Santi Quaranta 2011), I mercanti di stampe proibite (Santi Quaranta 2013), La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza 2015, con cui ha partecipato al Premio Strega), Nuovo sillabario veneto (BEAT 2016), Prima dell’alba (Neri Pozza 2017), Lungo la Pedemontana. In giro lento tra storia, paesaggio veneto e fantasie (Marsilio 2018) e L’ultimo carnevale (Solferino 2019).
Per Einaudi ha pubblicato Se l’acqua ride (2020) – con cui ha vinto il premio Latisana per il Nord-Est (ex aequo) e il premio Biella Letteratura e Industria, ed è stato finalista al premio Campiello –  e Il Moro della cima (2022)

Come si legge sul sito dell’editore Einaudi, “un ritorno alla Prima guerra mondiale con gli occhi di un personaggio leggendario che, incredibile a dirsi, è esistito davvero”.

Una biografia romanzata di tale Agostino Faccin, “il Moro” per tutti, e la cui grande aspirazione è percorrere quelle montagne che svettano vicino a casa su tutte la Grapa, l’odierno Grappa, per la quale prova una sincera venerazione e di cui altro non vorrebbe che vederla rimanere intatta per sempre.
Ma nell’avanzata della Grande Guerra, la Grapa è un naturale baluardo d’arresto per l’offensiva nemica. E così vengono scavate trincee, perforate gallerie e spianate strade, stravolgendo il mondo che il Moro ritiene perfetto e a cui si sente di appartenere. Sarà quindi costretto dai militari a lasciare la montagna e scendere a valle, mentre si compie in quota la triste carneficina. Finito il fuoco delle armi, Il Moro farà ritorno sulla cima e di fronte allo sconvolgimento dell’ambiente dalla guerra cercherà di rendere onore alla sacralità della montagna.

Una storia di amore interiore per il monte Grappa, per l’ambiente montano nel suo insieme e per un mondo che si vorrebbe eternamente incantato, scritta in una prosa dai toni poetici, sullo sfondo della storia umana di chi deve patire la tragedia della guerra – in uno spaccato della Prima Guerra Mondiale che non può lasciare indifferenti.

In bocca al lupo a “Il moro della cima”, arrivederci a Calestano sabato 22 ottobre e che vinca il migliore.